Critica alle città elettroniche

di Gigi Cogo

 

L'analisi di Repubblica


Finalmente! Il perchè di un'apertura così eclatante e in tono esclamativo è dovuta alla soddisfazione di vedere una grande testata giornalistica come la Repubblica (http://www.repubblica.it) interessarsi in modo critico e obiettivo al fenomeno delle città elettroniche. Un ampio servizio di Enrico Maria Ferrari: http://www.repubblica.it/internet/intera/intera/intera.html mette, finalmente, il dito nella piaga e lo fà da un palcoscenico molto seguito quale è sicuramente ilReti Civiche sito de La Repubblica.Mi ha particolarmente sorpreso questa analisi (a tratti spietata) perchè viene da un giornale spesso accusato di plauso nei confronti della classe governante. L'analisi, supportata da un simpatico esperimento di interazione via e-mail, analizza le più acclamate reti civiche delle città italiane e mette a nudo vizi e difetti di questi strumenti. I difetti più eclatanti sembrano essere:

  • non esiste un criterio omogeneo per la costruzione di un sito di Rete Civica;

  • manca spesso una e-mail generale di riferimento nella Home Page;

  • manca in prima pagina l'organigramma del Comune;

  • la differenza Sud-Nord;

  • non c'è traccia di interattività.

Da tempo sostengo che queste sono solo alcune delle osservazioni da fare sulle disfunzioni delle Reti Civiche ma, purtroppo anche nel caso degli articoli di Repubblica, nessuno ha il coraggio di aprire un fronte di polemica su quanto queste "sperimentazioni" vengano a costare alla cittadinanza e su come i fondi europei o i fondi nazionali vengano dilapidati in convegni, seminari e soprattutto in consulenze d'oro a professori universitari che si atteggiano a esperti di telematica.
La realtà è molto amara e andrebbe esplicitata fino in fondo. Non è possibile che all'invio di una mail al webmaster di una Rete Civica come quella di Firenze (http://www.repubblica.it/internet/intera/firenze/firenze.html) (cosa che ho sperimentato di persona) non giunga risposta alcuna.
Resta il fatto che l'articolo di Repubblica, il quale segue un precedente articolo (http://www.repubblica.it/internet/intera/intetab/intetab.html ) a cura di Antonio Scuteri, è una piccola breccia nell'omertà che aleggia sui progetti di rete civica in Italia. E' ora di passare dalle parole ai fatti, dai convegni ai servizi, dalle vetrine all'interazione e l'AIPA ( http://www.aipa.it) dovrebbe poter evolvere da un semplice ruolo di osservatore e di garante delle direttive a un ruolo di sorvegliante dotato di poteri sanzionatori: tale potere potrebbe venir affidato, ad esempio, all'Osservatorio sulla Spesa Informatica della P.A. (http://www.aipa.it/spesa/spesa.htm) per costringere i responsabili dei vari Enti Locali a giocare le loro carte con più razionalità.

Un plauso quindi a La Repubblica e un suggerimento anche ai giornali locali su supporto cartaceo od elettronico: farsi osservatori e stimolatori delle varie iniziative che si stanno affacciando anche nelle piccole realtà locali.