RETI CIVICHE



LA FIERA DELLE VANITA'


Nel numero scorso, sintetizzando le offerte del servizio Iperbole del Comune di Bologna, avevo lanciato alcuni interrogativi del tipo: ma cosa c'e' dietro a tutto questo? Quanto costa al cittadino questo servizio "gratuito"? Quali sono i vantaggi maggiori? Le informazioni sono davvero disponibili in tempo reale?
Questi interrogativi non riguardano, ovviamente, solo il servizio del Comune di Bologna, ma sono interrogativi che riguardano un po' tutti i tentativi (piu' o meno riusciti) di rete civica in Italia. Se osserviamo le City Net americane ci accorgiamo da subito di una prima, fondamentale, differenza: le City Net molto spesso sono sponsorizzate. Quelle italiane no.
Questa prima osservazione e' ben visibile nei modelli italiani, in quanto i soggetti che si cimentano in questa avventura quasi sempre sono rappresentati da comuni, regioni o universita', quindi da soggetti pubblici che investono denaro pubblico. Per rendersi conto di cio' e' sufficente puntare il nostro browser sui bookmark che gia' sono disponibili sul web come ad esempio

dove, seguendo i vari link disponibili, ci s' imbattera' in siti web istituzionali piu' o meno significativi.
La costruzione di questi siti web e' demandata spesso ai centri di calcolo delle Universita' o dei Comuni i quali attingono a basi dati (quasi sempre cartacee) per la messa in opera delle informazioni da inserire nel web sotto forma di pagine html.
Questa operazione puo' essere svolta da studenti universitari, da informatici dei vari CED o da soggetti d' immagine come gli addetti stampa, i responsabili degli "Uffici Relazione con i Cittadini" o da altri soggetti dell' apparato istituzionale demandato a questa nuova forma di democrazia elettronica.
E' chiaro che questi soggetti partono da background diversi, e con skill molto diversi fra loro. Questo e' uno dei motivi per cui la maggior parte dei risultati non e' nemmeno degna di una citazione. Visitare, infatti, dei siti comunali con le foto dei sindaci e degli assessori o navigare su web pubblici che riportano cartoline e didascalie da cartoline come informazioni culturali, rende molto tristi, e la tristezza si aggrava quando riflettiamo sui costi che tutto cio' comporta.
Il web e' statico e poco propenso all' interazione per sua stessa natura, ma relegarlo a simbolo di vanita' e stupidita' di alcuni, e' un' offesa per tutti quelli che si cimentano nell' implementazione delle sue potenzialita' future.
Molti siti d' oltre oceano (e non solo) hanno il buon gusto di non autocelebrarsi quando danno un servizio di pubblica utilita',ma anche i piu' famosi mayors cadono spesso in questa trappola autocelebrativa che non serve assolutamente a nulla. Ecco perche' una rete civica non e' una lista di nomi, di luoghi o di eventi piu' o meno corredati con effetti speciali ma, bensi', un patrimonio informativo in continua evoluzione, ben strutturato nelle sue funzioni di interazione con gli strumenti che piu' si addicono a queste attivita': forum, web chat, database interattivi on line, telnet su archivi "accessibili", link verso siti complementari e, soprattutto, ruolo attivo dei fruitori che partecipano costantemente alla sua crescita.
Un web pubblico, strutturato in modo "verticale" con un palinsesto statico, non e' altro che il tentativo di emulare funzioni gia' ben svolte da altri media, come giornali e TV, mentre un sito aperto e' "orizzontale" e permette lo scambio bidirezionale dei flussi, con il coinvolgimento dei fruitori, che diventano a loro volta portatori di informazioni, di commenti e richieste.
Uno studio molto interessante sulle prime reti civiche italiane e' accessibile presso: http://www.cs.unibo.it/~merivot/einn/ e vale la pena dare uno sguardo allo studio effettuato per un'analisi critica ma molto costruttiva sul settore.
Altri link relativi a studi ed analisi sulle reti civiche si possono reperire presso
http://www.citinv.it/iniziative/ossreti/civiche/docs.html grazie allo studio di Gennaro Zezza che da alcuni anni si occupa di reti civiche presso il sito di "La Citta' Invisibile".
Dalle prossime puntate cerchero' di analizzare in modo dettagliato le varie reti civiche italiane ed estere descrivendone i tematismi, le tecnologie e i vari livelli di interazione.


Gigi Cogo